Abbiamo dato conto ieri della nuova nomina di direttore per sostituire l'uscente Pamela Villoresi che ha svolto un ottimo lavoro in questo importante centro di cultura del capoluogo.
Immediatamente dopo è arrivata però la notizia della solita opera buffa in corso per accaparrarsi il ruolo di sovra intendente.
Pare che la rissa sia stata sedata ieri con la conferma del precedente sovra intendente Marco Betta, probabilmente una buona soluzione.
In serata il Ministro della Cultura Giuli lo ha ratificato il tutto come prevedibile - dato che dopo le prime infelici azioni è stato “commissariato” dai suoi colleghi di partito (Giorgia Meloni in testa).
Ma lo spettacolo svoltosi in questi giorni è stato comunque surreale e miserevole: baruffa per occupare una poltrona non per fare funzionare al meglio il Teatro.
Qui sotto riportiamo stralciate le notizie sulla dinamica che si era instaurata
"Sulla riconferma di Marco Betta alla sovrintendenza del Teatro Massimo di Palermo soffia aria di tempesta.
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ri-spunta in corsa il nome di Ester Bonafede, leghista dal lungo curriculum politico, in cui c’è anche la gestione di enti culturali (è stata soprintendente alla Foss, alla fondazione Taormina Arte, assessore regionale...).
Infatti, all’indirizzo del direttore esecutivo, Ettore Artioli, entro i termini, cioè l’altro ieri, è arrivato non solo il curriculum di Betta, ma anche quello (ipotesi che sembrava ormai tramontata) della Bonafede, presentata direttamente dal consigliere ministeriale. Segno che la partita non è chiusa, come si voleva fare credere. Uno sgambetto in piena regola al sindaco, Roberto Lagalla, visto che alla vigilia il percorso sembrava del tutto liscio. Ma non è stato così.
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Ma l’intesa di Lagalla col presidente Schifani pareva raggiunta col via libera concomitante a Vito Riggio sulla poltrone di Ad in Gesap, la società che gestisce l’aeroporto.
Tutto rimesso in discussione? In uno scatto d’ira Lagalla al suo vice, il meloniano Gianpiero Cannella, che è anche segretario regionale del partito, avrebbe anche annunciato l’azzeramento della giunta in caso di naufragio della candidatura di Betta.
Per la querelle sul Massimo si sarebbe mosso direttamente il segretario della Lega, Matteo Salvini.
Il quale avrebbe chiamato anche Palazzo d’Orleans, chiedendo il perché del mancato sostegno a una professionista di area centrodestra come la Bonafede.
La risposta è stata che la scelta, alla fine, era nelle mani del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e che ovviamente non ci potevano essere preclusioni. Il ministro, a quel punto, ha chiesto al suo componente nel consiglio di indirizzo del teatro di presentare anche l’altro curriculum per non dare adito a equivoci: come dire, decidete voi e non mi mettete in mezzo.
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E se si va allo scontro, in una logica di coalizione, a quel punto anche il presidente Schifani e Fratelli d’Italia non potrebbero che fare votare il candidato della Lega, attraverso i consiglieri Daniele Anselmo (nomina ministeriale), Marcella Cannariato (Regione) e Gaspare Borsellino (quota Regione-Comune)… "
Conta solo il potere pure se nessuno sa come e perchè usarlo..
Nella foto Marco Betta