Nel discorso di fine anno Meloni ha scansato ogni assunzione di responsabilità.
Nel frattempo assistiamo a scontri con le forze dell'ordine di “frange" “fuori controllo” (come vengono definite al solito) di dimostranti che protestano per quanto è avvenuto al Corvetto di Milano.
Sono “frange” costituite per lo più da giovani che non hanno trovato inserimento nella società civile.
Prevenire è meglio che reprimere? Un'ovvietà certo. Confernata dai fatti. Nel 2024 ci sono state 12.302 manifestazioni, quasi il 10% in più dell'anno precedente con un escalation di episodi di violenza.
273 gli agenti feriti (+127%).Sono dati forniti dl Viminale.
Questi i risultati del governo dei patrioti che sbandierano ad ogni piè ospinto leggi per reprimere questo o quell'altro fenomno di disagio sociale.
Ma il disagio social equando aumenta genera in automatico situazioni come queste: va combattuto quindi non solo con le minacce via media ma fornendo accessi i regolamentati per chi ne ha diritto
Lo jus soli (il riconoscimento di cittadinanza a chi è nato sul suolo italiano è tra questi).
Ignorare i diritti fondamentali per pigrizia (o peggio per propaganda) è quanto di pià pericoloso per il futuro di tutti.
Agire ora o pagare domani. Non c'è scampo.
Le righe qui sotto sono un estratto dell'articolo di Marco Isevoli apparso su Avvenire lce potete leggere per intero qui.
https://www.avvenire.it/attualita/pagine/ius-scholae-quel-gelo-che-ignora-la-realt-e-forza-italia?mnuid=522g3b1b6g209e0d2d729d28b4d1e3941faf8e0d4f2c9de391&mnref=s52a%2Co78c4&utm_term=30916+-+https%3A//www.avvenire.it/attualita/pagine/ius-scholae-quel-gelo-che-ignora-la-realt-e-forza-italia&utm_campaign=L%27Avvenire+della+settimana&utm_medium=email&utm_source=MagNews&utm_content=Il+meglio+della+settimana+11-gen-2025+%282025-01-11%29
"Nulla, non se ne discute. Eppure, nella domanda posta da Avvenire, sono stati ricordati centinaia di migliaia “italiani di fatto” che attendono di diventarlo anche nella forma.
E per i quali le principali associazioni cattoliche e della società civile, con molteplici iniziative, hanno chiesto un segnale forte, non che anticipi le tappe, ma che semplicemente ratifichi un’integrazione già avvenuta nei banchi di scuola, sui campi di calcio, sulle piste di atletiche, negli oratori.
Il «no» della premier riaccende per contrasto i riflettori sull’iniziativa referendaria: il quesito di +Europa che riduce i tempi a 5 anni a settembre ha avuto un boom di adesioni online.
Se si andasse alla consultazione, il confronto bypasserebbe il Parlamento e risulterebbe inevitabilmente polarizzato. Ma la premier non ha dato disponibilità ad evitare questo scenario.
