I due protagonisti del racconto, Ben e Gus, sono killer che attendono istruzioni sulla vittima designata in un asfittico scantinato.
Un misterioso mandante comunica con loro attraverso un montacarichi: il calapranzi appunto.
Tra l’autoritario nervosismo di Ben e la pacata rassegnazione di Gus si configura una situazione surreale, che assurge a metafora della condizione umana.
Così introduce il dramma di Pinter* il regista Roberto Rustioni:
"Ben e Gus affrontano in continui conflitti dentro un ring avvincente, la loro lotta comica e disperata riflette una dimensione politica del testo. Si parla di potere, di violenza e di come la violenza sia strettamente legata al potere. In un atomo spazio/temporale, lo spazio di una stanza, il tempo di un’ora Il calapranzi ci dà la possibilità di scendere in profondità: quando prendiamo coscienza di come vanno le cose e iniziamo a farci delle domande sulla realtà che ci circonda e non ci accontentiamo più del nostro ruolo nel mondo… Credo che chiunque di noi possa rispecchiarsi nella storia di Ben e Gus".
*Chi è Harold Pinter. Drammaturgo, regista teatrale, attore teatrale, sceneggiatore, scrittore e poeta britannico. Ha scritto per teatro, radio, televisione e cinema. I suoi primi lavori sono considerati fra i capolavori del teatro dell'assurdo. Gli è stato assegnato il premio Nobel per la letteratura nel 2005.
Il calapranzi di Harold Pinter con la regia di Roberto Rustioni. Con Dario Aita e Giuseppe Scoditti.
Da domani sino al 9 febbraio www.teatrobiondo.it
