Partiamo da lontano.
Un episodio celeberrimo nella storia dell’arte è quello riguardante il Salon organizzato a Parigi nel 1863.
In quel frangente i curatori dell’esposizione privilegiarono l’arte a loro contemporanea più facile: esclusero le opere di un gruppo di geni relegati in un “Salone di rifiutati” tra i quali c'errano (per beffa della sorte) i sublimi Degas, Monet, Renoir, Monet, Pissarro …
Certo l’esposizione di una collezione privata a Palermo nel 2024 non ha scala per esser confrontata con quella parigina del 1863.
Eppure qualche dinamica appare simile.
Va detto che una collezione privata è costruita secondo il gusto e il denaro del collezionista che ha quindi facoltà di farne quello che più crede.
In questo caso però il collezionista privato espone a
Palazzo Sant'Elia un luogo celebre a Palermo, aperto a tutti e non solo agli invitati del giorno dell'inaugurazione: amici, addetti ai lavori o galleristi come logico intenti a proporre i propri prodotti https://www.fondazionesantelia.it/mission/
Ho segnalato in un articolo precedente come un aspetto di interesse di questa mostra sia costituito dalla presenza di un nutrito gruppo di opere di arte contemporanea dei migliori autori siciliani che sono stati qui collocati al terzo piano.
Ora però accade che ad opere di nomi rilievo come quelli di Piero Roccasalva, Giovanni Iudice, Ignazio Cusimano Schifano, Emanuel Giuffrida, Giuseppe Colombo, Nicola Pucci, Giovanni la Cognata, Linda Randazzo, Giovanni Blanco, Vito Stassi… sia stato riservato uno spazio residuale e allestito in qualche modo.
Uno spazio che appare davvero poco consono soprattutto se paragonato (impossibile non fare il confronto) a quello destinato nelle altre sale del percorso alle opere assai ben collocate di autori della stessa (o magari minore) qualità.
Perché trattamenti tanto dissimili?
Impossibile saperlo. Si tratta del risultato di forti pressioni di galleristi che a Palermo rappresentato un potere consolidato? Desumerlo è - forse - inutile. Un'ipotesi del genere infatti non è basata su fatti dimostrabili.
Resta però evidente che l’affastellamento di opere grandi e piccole (alcune di queste ultime esposte a due metri e mezzo di altezza) sulle pareti dell’ultima sala in fondo a sinistra produce immancabilmente l’effetto “fondo di magazzino” che questi artisti certo non si meritavano…
PINAKOTHEK’A
Da Cagnaccio a Guttuso da Christo e Jean-Claude ad Arienti_
Palazzo Sant’Elia | 23 novembre 2025 > 30 marzo 2025
Via Maqueda 81, Palermo
Nelle foto immagini dell'allestimento