Protagonista è l’attrice Elena Arvigo. E’ il 10 dicembre del 1936 ( data della morte di Pirandello). Siamo a New York, dove Marta Abba sta recitando al Plymouth Theatre di Broadway.
Dopo aver fatto al pubblico l’annuncio dell’improvvisa scomparsa di Pirandello alla fine dello spettacolo, Marta Abba si trova da sola nella sua camera di Manhattan di fronte alla cattedrale di St. Patrick.
Legge l’ultima lettera che Pirandello le aveva scritto, solo sei giorni prima della sua morte, nella quale non accennava minimamente alla sua malattia.
Nella calma allucinata di quella notte Marta fa i conti con il suo passato.
L’attrice ha portato con sé le lettere che negli anni le ha scritto Pirandello dal 1926 al 1936 ma anche quelle che lei aveva indirizzato al suo Maestro.
È la storia di un rapporto agli altri segreto e in una qualche forma incomprensibile.
È una notte di veglia, in cui si fa vivo non solo il fantasma di Pirandello ma vengono chiamate a raccolta anche le immagini fantasmate di tutte le eroine pirandelliane (dalla Tuda di “Diana e la Tuda” alla Donata Genzi di “Trovarsi”, fino alla contessa Ilse de “I Giganti della montagna”) che il grande scrittore aveva inventato proprio per lei.
Non domandarmi di me, Marta mia. Regia di Arturo Armone Caruso. Sala Futura del Teatro Stabile di Catania da venerdì 2 a domenica 4 maggio. https://www.teatrostabilecatania.it
Nell'immagine di copertina un ritratto d'epoca di Marta Abba. Nella foto qui sotto Elena Arvigo in scena
_foto-pantano.jpeg "EDIPO A COLONO. Al Teatro Greco di Siracusa")
