Lui in realtà è albanese. E' nato a Scutari, ha studioato a Tirana e ha poi proseguoto la sua ormazione e il suo lavoro a Milano.
Al Museo delle Culture del capoluogo lombardo ora ha piazzato un'installazione costituita da 250 pannelli fotografici retroilluminati.
Nessuna figura umana nessun oggetto: compare solo il movimento delle onde che varia di intensità della luce solare che la invade.
Le immagini esposte sono ricavate dal retino fotografico comparso su testate giornalistiche, italiane e internazionali, cartacee o digitali. Immagini originariamente associate a notizie che raccontano di vite perdute nel tentativo di attraversare il Mediterraneo.
Le porzioni di mare presenti in queste fotografie di cronaca sono state ingrandite fino a cancellare ogni notazione informativa e ora formano un mosaico che avvolge a 360 gradi il visitatore.
Adrian Paci che ha concepito questa installazione adeguandosi al desogn dell’ambiente assegnatogli è un artista già noto per le sue esplorazioni dedicate all'essenza del viaggio. Che per lui non è solo movimento spaziale, ma esperienza esistenziale che rilegge dinamiche sociali in precedenza immobili.
Con Il vostro cielo fu mare, il vostro mare fu cielo Paci non descrive, prova piuttosto a evocare altre immagini, quelle depositate nella mente di ognuno di noi da un decennio sottoposti allo stillicidio di notizie che riguardano 30 mila scomparse di cui 1,500 solo nell’anno in corso.
"Sono storie tragiche. Però sono anche storie di speranza, dietro tutte queste morti c'è comunque una grande speranza, cioè questo mare da queste persone è visto come un grande luogo di speranza… non vorrei mai che perdessimo questo orizzonte nel guardare il mare, che è anche un territorio che collega le terre e non solo le separa"
Così ha commentato il suo lavoro l’artista.
Nella foto Adrian Paci al Mudec